Quando la natura mette d’accordo scienza e poesia-La mostra fotografica di Maurizio Cau
Il 15 marzo, alla Biblioteca Dergano Bovisa, in via Baldinucci 76, Municipio 9, verrà organizzata la presentazione di una speciale mostra fotografica, “Il Raggio Verde-Quando la natura mette d’accordo scienza e poesia”, di Maurizio Cau, scrittore, esperto di filosofie orientali, operatore olistico, appassionato di design e fotografia.
Cau mette in mostra il deserto non solo come luogo fisico, ma anche come dimensione esistenziale, interiore e spirituale; le immagini da lui realizzate partono da una suggestione, il raggio verde, fenomeno raro che, per la fisica, avviene a causa della rifrazione della luce in certe condizioni, un’esperienza vissuta dall’autore in Egitto in occasione di un viaggio che è diventato, per lui, un percorso speciale.
“In una delle immagini ho catturato un raggio verde”-dice Cau-“chi riesce a vederlo, come si dice nel romanzo di Jules Verne, secondo un’antica leggenda scozzese, riesce a leggere nel proprio cuore e in quello altrui.
Ero nel deserto Egiziano per organizzare un viaggio tra deserto nero- di origine vulcanica-e deserto bianco”
E’ stato un viaggio con un significato speciale?
“E’ stato un percorso spirituale per raccontare il viaggio che ognuno fa secondo Jung per incontrare la propria ombra; il famoso psichiatra e psicoanalista dice che meno l’ombra è integrata in un individuo più è intensa e nera.
Ognuno deve prendere coscienza di avere un’ombra, avere consapevolezza, integrarsi con essa e non combatterla, per scoprire i propri lati nascosti, le paure, i traumi del passato”
Per te cos’è l’ombra?
“E’ la ferita dell’anima; insieme a lei nasciamo su questa Terra ed è quello che dobbiamo sanare per evolverci.
Attraverso il proprio archetipo di riferimento che ci accompagna per tutta la vita-data nascita e ora-è possibile prendere coscienza della propria ferita per poi superarla”.
Nel deserto nero Cau ha fotografato il mondo delle ombre, le figure al tramonto, poi si passa alla luce, integrazione della nostra ombra con un’ultima foto con 2 figure separate ma unite che rappresentano il nostro Sè.
In totale sono circa 35 foto, che saranno in mostra sino al 30 marzo.
“Tutto è nato come divulgazione e viaggio introspettivo e per far riflettere le persone sul cuore, e le proprie ferite”.
Maurizio Cau da anni lavora sui blocchi energetici e le ferite che ci portiamo dietro.
Ha vissuto a Bali e in Indonesia dove, per anni ha fatto import export di sculture, poi la sua vita è cambiata e ha iniziato a dedicarsi alla spiritualità, la sua e quella altrui, per un percorso di consapevolezza comune, per un’esigenza di luce piu’ che mai necessaria soprattutto in un momento storico e sociale come quello che l’umanità che sta vivendo.
A breve uscirà il suo libro, scritto con Simona HeArt, giornalista dell’anima e ricercatrice spirituale, con un percorso d’arte frutto di una lunga ricerca che, in occasione della mostra del 15 Marzo introdurrà l’evento, poi Cau spiegherà il significato di ogni foto e parlerà del raggio verde e delle immagini nei deserti.
“Il deserto è un luogo di trasformazione interiore, un viaggio introspettivo, un processo alchemico che avviene prima di tutto dentro di noi, per poi avere riflessi nella nostra vita.
Il messaggio che vogliamo trasmettere è rivolto a tutti coloro che vorranno accoglierlo, prima di tutto interiormente”.